Importante novità nel mondo delle automobili e degli impianti GPL, peraltro attese da diverso tempo: dal 14 febbraio 2021 non è più necessario il collaudo della bombola GPL alla Motorizzazione. Vediamo di capire meglio gli aspetti di questa piccola rivoluzione – ancora però non ben definita nei dettagli – che promette di snellire noiosi tempi burocratici.
Collaudo bombola GPL: non più necessario
La decisione, del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, è stata pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale numero 37 del 13 febbraio scorso e fa parte di quei provvedimenti legati al Decreto Semplificazioni.
Il Codice della Strada regola minuziosamente, soprattutto per motivi di sicurezza, tutti gli aspetti legati ai veicoli a motore ed eventuali modifiche ad essi correlate. Esso prevede, dunque, per le auto a GPL (gas petrolio liquefatto), oltre a regolare revisione, che coincide con le revisioni a cui di solito vengono sottoposte tutte le vetture, e in cui viene controllato tutto l’impianto – iniettori, sistema elettrico, tubazioni, raccordo, filtro – la sostituzione del serbatoio (bombola) dopo 10 anni dalla data dell’installazione dell’impianto, se avvenuta in un momento successivo all’acquisto dell’auto, o dall’immatricolazione, in caso di impianto presente sin dall‘origine. Questa operazione fino a qualche giorno fa doveva essere seguita da un collaudo, dopo il quale la Motorizzazione applicava un talloncino adesivo sulla Carta di Circolazione.
Da questo momento, dunque, dopo aver installato un serbatoio GPL su un’autovettura l’officina stessa, ovviamente se autorizzata, può occuparsi della verifica dell’impianto e rilasciare la documentazione che ne certifica la validità e sicurezza.
Le officine dunque potranno, oltre a occuparsi del lavoro strettamente pratico, svolgere anche quello burocratico.
Revisione serbatoio GPL auto: procedure
ll Decreto, che riguarda le “Innovazioni in materia di accertamento delle modifiche delle caratteristiche costruttive e funzionali dei veicoli e aggiornamento della carta di circolazione” prevede però che venga comunque effettuato l’aggiornamento della Carta di Circolazione: il proprietario del veicolo potrà presentare in questo caso, entro 30 giorni dalla fine dei lavori, una domandina e pagare due bollettini di 10,20 euro (tariffa motorizzazione) e 16 euro (imposta di bollo).
La domanda dovrà essere accompagnata da una copia della carta di circolazione e dalla dichiarazione dell’officina di aver eseguito correttamente i lavori.
Il Decreto ha previsto, per tutti coloro che hanno presentato richiesta di revisione serbatoio Gpl prima del 13 febbraio, un regime transitorio con la vecchia procedura.
Oltre al serbatoio Gpl il collaudo non è più richiesto per l’installazione del gancio di traino, l’installazione dei doppi comandi necessari nei veicoli utilizzati nelle scuole guida e quella di comandi speciali per disabili.
Ovviamente c’è bisogno di alcune settimane di assestamento prima di veder avviato per bene questo nuovo ingranaggio. Il Decreto, tra l’altro, presenta alcuni punti non chiari, ad esempio bisogna ancora capire se queste novità sono previste anche per la disinstallazione dell’impianto su una vettura.
Impianto GPL: caratteristiche e vantaggi
In qualche modo i ritardi alla Motorizzazione potevano rappresentare un freno per quegli automobilisti che tenevano in considerazione l’idea di installare un impianto GPL sulla propria automobile.
Impianto che invece si rivela vantaggioso sotto diversi punti di vista.
Sottovaluto per parecchio tempo, infatti, il GPL ha conosciuto negli ultimi anni un discreto successo perché rappresenta un’ottima alternativa alla benzina, che permette al motore di lavorare in maniera efficace riducendo notevolmente le spese per il carburante risparmiando fino al 50% sui consumi. Esso permette inoltre di ridurre le emissioni di CO2.
Fondamentale, però, è sottoporlo a corretta e costante manutenzione facendo in modo che tutte le componenti siano sempre perfettamente pulite. Una buona manutenzione sarà garanzia di sicurezza e anche durata dell’impianto.